Olio su tela, 50×50 cm, 2024

Il dipinto cattura l’osservatore con l’immagine di un fluido in procinto di infrangersi. Questa scena offre uno spunto di riflessione alla luce della teoria sociologica della “società fluida” proposta da Zygmunt Bauman. Bauman, con la sua analisi della modernità liquida, ci invita a considerare la precarietà e l’instabilità delle relazioni sociali contemporanee. Il fluido rappresenta, in questo contesto, non solo un elemento naturale, ma una metafora della condizione umana nel XXI secolo. La sua natura in continuo movimento e trasformazione riflette la fragilità delle nostre vite, delle nostre identità e delle nostre connessioni. Nel dipinto, l’infrangersi del fluido può essere interpretato come simbolo di rottura e cambiamento. Questo momento di collisione evoca una sorta di crisi identitaria: nell’era della globalizzazione e delle tecnologie digitali, siamo spesso costretti a ridefinire chi siamo e a che cosa apparteniamo. Le linee di demarcazione tra le diverse sfere della vita – famiglia, lavoro, amicizie – tendono a sfumare, proprio come il fluido che si disperde, creando ondulazioni che non possono essere facilmente ricomposte.
Inoltre, l’immagine dell’infrangersi si presta a una riflessione sull’incertezza. Nella società liquida, le certezze si frantumano e ciò che era stabile diventa effimero. Gli individui si trovano a navigare in un mare di possibilità, ma anche di ansie e di conflitti. Ogni ondata, ogni goccia che si separa dal corpo principale del fluido, rappresenta una scelta o un cambiamento, ma anche una perdita, un abbandono delle certezze passate.
Così, il dipinto non è solo un’opera visivamente riconducibile a un fermo immagine di un fluido o di un guizzo d’acqua che s’infrange, ma diventa una rappresentazione delle sfide che affrontiamo in una società fluida. Invita alla riflessione su come possiamo trovare un senso di stabilità in un mondo in continua trasformazione, suggerendo che, nonostante l’infrangersi continuo, ci sia spazio per la creazione di nuove forme di connessione e identità. L’essenza di essere umano, dunque, potrebbe risiedere nella nostra capacità di adattarci e reinventarci, anche di fronte alle onde in continuo movimento.